CURCUMA: LO "ZAFFERANO DELLE INDIE"

CURCUMA: LO "ZAFFERANO DELLE INDIE"

Conosciuta anche come zafferano delle Indie e golden spice, la curcuma viene utilizzata come spezia da migliaia di anni nella medicina tradizionale orientale, nella pratica religiosa e soprattutto nella cucina. L’origine del nome è controversa: un’ipotesi è che il termine curcuma derivi dall’arabo Kourkoum, (zafferano, appunto), mentre il corrispettivo inglese turmeric dal latino terra merita (terra meritevole) come a indicare un prodotto della terra che merita di essere coltivato.
Una testimonianza della sua diffusione già in tempi remoti è quella di Marco Polo che, raccontando i suoi viaggi in Cina nel 13° secolo, descrive la Curcuma nei termini di “un vegetale che ha tutte le proprietà del vero zafferano, così come il colore, ma che non è vero zafferano” e continua affermando che questa spezia “è tenuta in grande considerazione, ed è un ingrediente in tutti i loro piatti”.

Ancora oggi nei paesi asiatici il suo utilizzo è comunissimo, ma per quale ragione?

Secondo la medicina ayurvedica la curcuma possiede delle proprietà terapeutiche purificatrici, tanto da essere utilizzata per curare la febbre, le infezioni, l’artrite, la dissenteria e altri problemi di natura epatica.
Ad interessare le ricerche scientifiche condotte in laboratorio è una particolare molecola presente nella curcuma – la curcumina – che avrebbe un ruolo fondamentale nel contrastare lo sviluppo di alcuni tipi di tumore ed avrebbe effetti antinfiammatori, antiossidanti e di protezione sull’invecchiamento cellulare.
Inoltre, alcuni studi mostrano dati interessanti relativamente all’azione di controllo della curcumina sulla glicemia. Infine, in India la curcuma è conosciuta anche per la sua azione cicatrizzante e antisettica e viene utilizzata per curare le ferite e le malattie della pelle e per alleviare il bruciore di scottature e punture di insetti.

Ma da dove viene estratta?

La nota spezia dorata è ricavata dalla Curcuma Longa, pianta erbacea perenne che potrebbe sorprendere chi non la conosca a causa della bellezza dei suoi numerosissimi fiori, rosa o bianchi, che la rendono perfetta per essere coltivata in casa non solo con finalità culinarie, ma anche come ornamento.
Nelle specifico, l’area d’interesse per la produzione della spezia è la radice rizomatosa, ossia la porzione del fusto in parte interrato da cui si dipartono le radici. Si tratta di una parte della pianta composta da grossi rizomi di forma cilindrica, molto ramificati, dal tipico colore giallo tendente all’arancione e dal forte aroma.

Come si coltiva la Curcuma e come si ricava la spezia?

Essendo una pianta perenne di origine tropicale, la curcuma ama il caldo e l’umidità: ideale risulta per questo motivo la coltivazione in vaso, che permette di tenerla al riparo dal gelo, specie nel periodo invernale durante il quale le radici di curcuma, se esposte all’esterno, potrebbero essere compromesse e dunque non ripartire per il ciclo successivo.

Si possono scegliere due diverse vie per coltivare la curcuma in vaso:

1) interrare i rizomi;
2) acquistare una piantina già formata.

Nel primo caso, è possibile già nel mese di marzo procedere all’interramento dei rizomi che, dopo circa un mese, germoglieranno sviluppando la nuova vegetazione.
Nel secondo caso, invece, sempre più comune per via dell’impiego della curcuma anche come pianta ornamentale, si aspetta la fine di aprile, quando le temperature sono più stabili e miti, per portarla a casa e trasferirla in un vaso più grande.
Indipendentemente dalla strada che si decide di prendere, fondamentali risultano le scelte del vaso e del terriccio: è preferibile che il vaso abbia forma rettangolare in quanto le radici di curcuma hanno la tendenza a svilupparsi in orizzontale; per quanto riguarda il terriccio, invece, sarebbe opportuno preparare un mix composto da ½ di torba, ¼ di sabbia fine e ¼ di terriccio da giardino.

I rizomi, andranno posizionati a 20 cm l’uno dall’altro e ad una profondità di 6-7 cm. Nel caso in cui, invece, si decida di acquistare direttamente una piantina di curcuma, sarà sufficiente rispettare la distanza di 20 cm tra una pianta e l’altra.

Le radici della curcuma generalmente maturano dopo 8-10 mesi dall’inizio del ciclo, quando la pianta si troverà ormai in pieno inverno, le foglie saranno ingiallite e tenderanno ad appassire. È a questo punto che ha inizio l’operazione di raccolta delle radici, che si effettua scavando nel terriccio e dividendo in modo delicato i rizomi. È opportuno non prelevare tutte le radici se si desidera che il ciclo della pianta riparta nella primavera successiva, dando vita a nuovi germogli.

Nel caso in cui si decida di consumare la curcuma fresca, occorrerà semplicemente pulirla dalla terra e conservarla in frigo per 4 settimane circa. Più comunemente, però, si utilizza la curcuma in polvere, che è ricavata attraverso un procedimento non troppo complicato: dopo aver raccolto le radici, occorre farle essiccare in un luogo asciutto
e ventilato per circa un mese, dopo il passare del quale è possibile polverizzare le radici attraverso un robot da cucina. Basterà a quel punto conservare la polvere di curcuma in vasetti di vetro da tenere lontano da luci e fonti di calore diretto per avere a disposizione della curcuma completamente biologica, che potrà essere utilizzata sia come spezia che come colorante da cucina.


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